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Prima che il fenomeno della droga venisse associato a un disvalore sociale, la figura dello sciamano ha rappresentato l'uomo saggio che raggiunge uno stato di liberazione assoluta dalle contaminazioni umane e dal mondo corrotto attraverso l'assunzione di sostanze in grado di creare stati di alterazione dei sensi. Un'ambiguità incessante. Se infatti le droghe creano dipendenza e minano il fisico, esse sono tuttavia in grado di liberarci da un rigido sistema di pensiero che procede per polarizzazioni binarie e di azzerare le gerarchie morali, neutralizzando il complesso delle abitudini mentali dominanti nella quotidianità. Le riflessioni di Freud, Benjamin e Bulgakov sugli effetti della cocaina, dell'hashish e della morfina mostrano come in realtà il concetto di droga rappresenti solo un'etichetta linguistica, un'unità fittizia in cui vengono fatte convergere sostanze convenzionalmente associate all'idea di dipendenza e alterazione dei sensi, ma ben diverse per effetti fisici, origine geografica, storia e modalità di assunzione.